Il porto di Brindisi avrà un nuovo Piano Regolatore: approvato una prima volta nel lontano 1975 e poi rinnovato nel 2006, oggi dovrà rappresentare, nel contesto in evoluzione, il principale strumento strategico e di programmazione delle attività, tracciando anche l’assetto complessivo delle opere di grande infrastrutturazione nello scalo brindisino. Per realizzarlo l’Autorità Portuale del Mar Adriatico Meridionale (AdSP MAM) si avvarrà del supporto tecnico di Sogesid, Società “in house” dei Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture.
L’intesa rientra nella convenzione già in essere tra i due soggetti su diverse attività negli scali del basso Adriatico. Nell’atto, firmato da Patroni Griffi e dal Presidente di Sogesid Enrico Biscaglia, si prevede che la Società realizzi prima di tutto un’analisi degli aspetti che compongono l’ampio spettro di discipline tecniche coinvolte nel processo di redazione del Piano: da una ricognizione dello stato attuale e dei progetti in corso, agli aspetti economici, ambientali e sociali, ma anche ingegneristici e geologici, di ordine urbanistico e logistico, riferiti alla tutela del paesaggio e alla sicurezza portuale.
A seguire, la redazione del vero e proprio “Piano Regolatore”, che si comporrà di diversi elaborati e grafici per delineare l’assetto complessivo delle aree destinate a funzioni portuali e retroportuali, alle attività commerciali, a quelle crocieristiche, alla produzione industriale, all’attività cantieristica e logistica, nonché gli assi di collegamento viario e del trasporto su ferro. Sogesid accompagnerà inoltre l’Autorità Portuale nel processo approvativo, che prevede l’iter di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e la successiva attività di monitoraggio.
orto-foto- carta del porto di Brindisi tratta da google earth
“Non possiamo permetterci di perdere ulteriormente tempo, vogliamo raggiungere l’obiettivo quanto prima possibile, commenta il presidente di AdSP MAM, Ugo Patroni Griffi. Con il qualificato supporto di Sogesid, creeremo un gruppo di lavoro costituito dai più riconosciuti esperti del settore, proprio per ridurre i cosiddetti ‘tempi di attraversamento’, ossia l’intervallo che intercorre tra la fine della fase effettiva (la progettazione) e l’inizio della fase successiva; praticamente burocrazia pura e interminabili procedimenti amministrativi che contribuiscono a rinviare l’approvazione di un’opera. Adottare in tempi record il PRP, peraltro, significa eliminare una volta per tutte qualunque tipo di opacità nei rapporti tra gli Enti, consentendo a ciascuno di perseguire, senza interferenze, gli interessi pubblici di cui è posto a presidio”.
“E’ importante – afferma il Presidente Sogesid Enrico Biscaglia – saper guardare, anche in questa fase di profonda incertezza, al futuro dei porti italiani come veicolo di crescita. Va proprio in questo senso il complesso lavoro pianificatorio che ci accingiamo ad avviare con l’Autorità Portuale – prosegue Biscaglia – che segue e insieme rafforza le convenzioni già in essere per garantire la tutela ambientale negli interventi infrastrutturali previsti”. Responsabili della Convenzione sono l’ingegner Francesco Di Leverano per l’AdspMAM e per Sogesid il dirigente Ing. Enrico Brugiotti.
L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha avviato una procedura per la ristrutturazione del faro posto all’imboccatura del porto di Brindisi, installato su uno dei cinque isolotti e scogli affioranti che costituiscono il mini-arcipelago delle Pedagne.
Trattandosi di un bene connotato da spiccati segni identitari che pure a tutt’oggi conserva la sua antica funzione di indispensabile segnalamento marittimo, l’Ente portuale ha ritenuto opportuno convocare una Conferenza di Servizi Preliminare sul progetto di fattibilità tecnico economica, redatto per valutare, congiuntamente con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e con gli altri Enti interessati, tutte gli aspetti da tener conto nelle successive evoluzioni progettuali, onde assicurarsi i migliori risultati possibili nei termini di una sua massima valorizzazione.
Il complesso delle strutture presenti, compresa la torre del faro, attualmente versa in uno stato di degrado che rende estremamente difficoltoso agli operatori del Comando di MARIFARI, preposti alla manutenzione e tenuta in esercizio dell’apparato luminoso, accedere sia all’isolotto che alla sommità della torre su cui è installato il faro, alimentato da pannelli fotovoltaici.
“Il fanale rosso, oltre alle sue funzioni di sicurezza della navigazione, rappresenta un landmark identitario per la città di Brindisi ed il primo biglietto da visita che chi arriva via mare incontra entrando nel porto– commenta il presidente dell’AdSP MAM Ugo Patroni Griffi.
Oltre a restituire al faro la sua originale funzione, il monumento potrebbe essere inserito in un eventuale percorso turistico che come un “filo” conduttore racconti la storia secolare della marineria del porto di Brindisi e dei suoi segnalamenti marittimi, come per esempio quello del Castello Alfonsino e quello semi-diroccato dell’isola di S’Andrea, situato alla radice della diga di Punta Riso. Restituire alla città uno dei propri luoghi simbolo, incastonato nel cuore del porto, – conclude Patroni Griffi– contribuisce a rinsaldare quel legame di appartenenza che da sempre esiste tra la città e la comunità marinara brindisina.”
Il progetto che verrà sottoposto all’esame della Conferenza di Servizi prevede tra l’altro: la verifica statica delle opere di fondazione, di elevazione e solai e conseguente esecuzione, ove necessario, di consolidamenti e ricostruzione delle strutture di fondazione, murarie e di copertura; il rifacimento degli impianti tecnologici dei rivestimenti murari interni ed esterni dei pavimenti, degli infissi interni ed esterni; la revisione della lanterna di alloggiamento del segnalamento marittimo luminoso e suo potenziamento; l’ampliamento del punto di attracco dei mezzi nautici, il tutto nel pieno rispetto delle caratteristiche costruttive e dell’impianto morfologico esistente. Un intervento strutturale complesso per il quale si prevede uno stanziamento di circa 430 mila euro.
Il Faro delle Pedagne-Isolotto Traversa fu eretto nel 1859 ed entrò in funzione nel 1861 ad opera del Genio Civile. Si tratta di un manufatto a torre di forma cilindrica in muratura di conci di tufo/carparo, alto circa 18 metr, sulla cui sommità è installata una lanterna poligonale che all’epoca era una luce bianca alimentata a petrolio. Dal 1915 il faro divenne un fanale ad intermittenza rossa, classificato come faro di V Ordine, con una portata nominale di circa 13 miglia nautiche ed è a tutt’oggi operativo a cura del Comando di MARIFARI della Marina Militare.Alla base della torre del faro, vi sono dei vani con destinazione di alloggio temporaneo, attualmente non più utilizzatidal personale farista della Marina Militare che invece un tempo si avvicendava a turno sull’isola, per garantire il funzionamento e la relativa manutenzione del segnalamento, oltre ad altri manufatti di servizio.
MDF, 18 giugno 2020